Google: da Talking City a Talking World

4 marzo, 2009

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Google non è solo un motore di ricerca, ma è anche una finestra virtuale sul mondo, reale, che riesce a trasformare il concetto di talking city in quello che, in questo caso, abbiamo definito come “talking world”.
La grande G è infatti riuscita, attraverso software come Google Earth, Google Maps e Google Street View, a spostare l’attenzione dalla sola città al mondo intero, fornendocene una visione globale.
Ora possiamo muoverci senza spostarsi, viaggiare senza tempo e vedere senza esserci: una sorta di viaggio virtuale in tempo reale in cui attraverso immagini reali, fotografie scattate dai satelliti, possiamo “visitare” territori lontani e mai esplorati, ma anche essere incuriositi dalla nostra città, quartiere o abitazione in una diversa prospettiva.
Non si tratta di semplici fotografie, non è solo un’immagine, ma è la possibilità, attraverso l’immagine, di vedere, sentire, condividere e comunicare paesaggi vicini o lontani, luoghi conosciuti o sconosciuti, territori vissuti in racconti di altri: sono immagini che congelano istanti di vita che la terra può offrire e che gli utenti possono condividere.

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Milano: una città per l’Expo

16 dicembre, 2008
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Ospitare l’Expo è un’occasione mediaticamente ed economicamente irripetibile per una città come Milano. Da sempre questo tipo di eventi hanno avuto un grande legame con la città che li ha ospitati: la scelta di un luogo non è solo la valutazione del tema proposto ma diventa un’occasione unica e un’opportunità e la città stessa può decretarne la riuscita o il fallimento.

Milano vuole iniziare a pensare al suo territorio in vista di Expo 2015 e, per dare voce a una progettualità che vuole visibilità e un’opportunità concreta, Provincia di Milano, Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo, con il supporto della Fondazione Banca del Monte di Lombardia lanciano la prima edizione del Bando “Expo dei Territori: Verso il 2015”.

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Un marchio per Siracusa

14 febbraio, 2008

Nell’aprile del 2007 il Comune di Siracusa ha lanciato il concorso per l’ideazione di un marchio per la Città siciliana. L’Associazione Italiana Progettazione per la Comunicazione Visiva (AIAP), memore dello scempio avvenuto con il concorso per il logo Italia, si è fatta garante del corretto svolgimento del concorso e ha guidato la fase di rierca preliminare fornendo una sezione del proprio sito dedicata nel quale era possibile trovare tutte le informazioni relative al concorso stesso, alla città e alla sua storia. La notizia è rimbalzata per diversi mesi in Inernet e il 20 Dicembre 2007, con un po’ di ritardo rispetto alle date annunciate per via dei tanti progetti ricevuti, il Comune di Siracusa ha reso noto il risultato del concorso ed è stata pubblicata sul sito di AIAP la classifica finale. Dopo aver atteso le prime reazioni e impressioni, noi vi riproponiamo il marchio vincitore con qualche considerazione.

Il marchio che ha vinto è quello che vedete in alto, realizzato da Gianni Sinni di Firenze; un marchio che dovrebbe sintetizzare i valori e la cultura della città diventando identità collettiva e strumento di comunicazione per la promozione della città. Leggi il seguito di questo post »

L’assessore Orsatti (Comune di Milano) interviene al nostro corso

4 gennaio, 2008

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Come la pensano al Comune di Milano sul tema della comunicazione territoriale? Come valutano il lavoro di ricerca e progettazione che stiamo sviluppando nel nostro corso della Facoltà del Design? Giovedì 29 novembre 2007 abbiamo avuto alcune risposte grazie all’intervento di Massimiliano Orsatti, assessore del Comune di Milano che ha come competenze: Turismo, Identità Urbana e Marketing Territoriale.

Ringraziamo l’assessore per il suo contributo e per la promessa di rivederci il 31 gennaio quando gli studenti presenteranno i progetti finali sul quartiere Bovisa (tema dei progetti degli studenti per l’attuale corso), ma ci sentiamo di ringraziarlo anche per l’apertura mentale e la sua visione sul tema. Visione aggiornata, competente e disponibile alle proposte innovative che speriamo sia condivisa all’interno della giunta e che noi, chiaramente, apprezziamo perché è quella che proponiamo da anni nei nostri corsi e nei progetti che abbiamo sviluppato.

Ci riferiamo alla necessità di un progetto coordinato che sia in grado di comunicare sia i valori tradizionali di Milano che la sua continua evoluzione che genera nuovi asset nei confronti dei competitori nazionali, europei e mondiali. Un progetto trasversale sviluppato da professionisti, ma a cui devono collaborare in forma attiva i nuovi cervelli creativi della città, italiani e stranieri, che si occupano di comunicazione, design e architettura. Solo loro, studenti e giovani creativi, possono interpretare la Milano che cambia e comunicarla con un “linguaggio” fresco e comprensibile ad un target altrettanto giovane a cui la città non ha mai parlato in modo diretto e istituzionale. Leggi il seguito di questo post »

Milano Santa Giulia secondo Armando Testa

2 gennaio, 2008

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Come comunicare (e vendere) una parte di città che ancora non c’è?

Questo tema ci interessava e avevamo notato una campagna di comunicazione che è stata – ed è – molto presente nella città di Milano. Così abbiamo invitato al nostro corso i suoi creatori: Antonio Cirenza e Marco Calaprice, art directors dell’Agenzia Armando Testa. L’invito è stato accettato e abbiamo potuto capire meglio questo particolare caso di Talking City. Il committente è privato, la Risanamento s.p.a., quindi i suoi obiettivi sono molteplici: creare attenzione, generare contatti commerciali, motivare all’acquisto e, contemporaneamente, costruire un’identità di alto livello.
Non si tratta dunque di un caso standard di Talking City che normalmente vede impegnata un’istituzione, ma una vera e propria campagna pubblicitaria destinata a promuovere un importante intevento immobiliare che ancora è parzialmente “sulla carta”, cioè è un progetto che si sta realizzando, ma che non era possibile vedere nella sua fisicità. Il nostro interesse è scattato per il tipo di obiettivo, perché si tratta di Milano, perché l’obiettivo è vendere un’idea di città nella città e per il linguaggio utilizzato nella campagna.

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Cirenza e Calaprice (nelle foto appena sopra) ci hanno raccontato il processo a partire dal contatto con il cliente sino alle fasi contemporanee, con qualche anticipazione su quello che succederà nelle prossime uscite. Leggi il seguito di questo post »

“What do you have to say?”

2 gennaio, 2008

Direct marketing o comunicazione territoriale? Entrambe.
Metro, quotidiano internazionale gratuito, e la nota Hewlett Packard decidono di unirsi, proseguendo la campagna di marketing internazionale di HP “What do you have to say?”, per dar voce alla creatività urbana e a una sana pubblicità hanno dto il via il 20 novembre 2007 a un concorso, lanciato in Francia, Italia e Spagna intitolato “Che cos’hai da dire..sulla tua città?”.
Si tratta di progettare una copertina, fronte/retro, per il quotidiano nel quale sia riassunta la propria città, i suoi colori, le sue emozioni, i suoi pregi e i suoi difetti.
La trovata oltre ad essere una facile e fruibile occasione di arte urbana sostiene la tecnologia HP invitando gli utenti a sperimentare le potenzialità della stampa da Web oltre che a dare la possibilità di poter scaricare gratuitamente disegni ispirati a Gwen Stefani, promotrice della campagna (nel video che trovato qui sopra), e stampare biglietti di auguri ed altri gadgets. Attraverso il sito www.metro-hp.com i lettori del quotidiano e gli utenti del web potranno vedere i propri lavori pubblicati on line e il fortunato che sarà riuscito ad esprimere la propria città in modo originale, creativo e sorprendente lo vedrà pubblicato sulla copertina di Metro.

Aspettiamo il vincitore!

Monza, Explor-Art Show 2007

1 gennaio, 2008

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Un workshop, una città, un territorio. Per la prima edizione di Explor-Art Show, un workshop di esplorazione territoriale, ha proposto come soggetto la città di Monza e il territorio della Brianza che sono diventate fonte di ispirazione e di sperimentazione. Sei artisti per sei opere esposte presso l’AreaOdeon-stazione Monza Fs,1piano-, visibili fino al 2 dicembre 2007, attraverso le quali si è voluto promuovere la Città di Monza a “Città Nuova” come luogo di creatività con una pubblicità territoriale filtrata da una visione soggettiva. I luoghi vengono filtrati dagli occhi degli artisti che sono però partiti da una visione oggettiva del territorio definendo i concetti di paesaggio, memoria, identità riuscendo a coglierne i simboli del presente. Il workshop ha coinvolto gli artisti a discutere e condividere le impressioni e le emozioni che il luogo stesso ha fornito per poi affrontare il tema dello spazio pubblico necessario a scovare nuovi scenari fisici e poetici del futuro. Tutto questo è stato possibile grazie ad un’interazione tra gli artisti, il territorio e gli abitanti: si sono osservati, si sono parlati. A volte, però, tra le parole e i fatti ci perdiamo per strada.

Nobili intenti e interessanti argomenti che forse si sono riassunti in un’esposizione un po’ scarna e dove si perdono quei valori che invece risultavano essere i punti forti. Non so se questo sia un giudizio di una milanese in trasferta attirata da tante parole, che non vive la realtà raccontata ma che forse pensava e sperava di conoscerla attraverso questi lavori, oppure di un’osservatrice poco attenta, fatto sta che può essere una diverso modo di passare l’attesa del treno ma forse non in grado di richiamare pubblico esterno. Non vuole essere un giudizio totalmente negativo, probabilmente si tratta di un’espressione embrionale di qualcosa che su queste basi può crescere e mutare su dei solidi presupposti.

link

www.monzalacitta.it

www.areaodeon.it

Weekend con il morto (Horror_Tourism)

2 dicembre, 2007

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Cerchiamo sempre di indagare il tema “Talking City” in termini critici e costruttivi facendo emergere ciò che le città e i territori fanno (o cercano di fare) per recitare un ruolo attivo nello scenario italiano o internazionale, ma non possiamo esimerci dal tentare una riflessione “laterale”. Non intendiamo essere cinici, ma soltanto realisti nell’osservare che un importante flusso mediatico e, conseguentemente, turistico si attiva sempre di più nei confronti di luoghi dove si è svolta una tragedia. E quanto più questa tragedia è potente, toccando nel profondo la sensibilità dell’opinione pubblica, tanto più questo flusso è forte. E tanto più questo flusso è forte e duraturo, tanto più i luoghi, più o meno consapevolmente, si strutturano per accoglierlo, per soddisfare le esigenze degli horror_tourist e, in fondo, per sfruttarlo in termini economici.
Un ricercatore deve riuscire ad essere lucido e obiettivo, non cadere nella rete dell’emotività se vuole capire un fenomeno e superare lo stupore iniziale, forse anche l’incredulità, per riuscire a comprendere il senso e creare un punto di discussione.

Dall’11 settembre 2001 in poi tutto questo comincia a essere evidente, cioè da quando una zona di New York cambia nome e da quartiere delle Twin Towers diventa “Ground Zero”. Elaborato il super-lutto globale e metabolizzato il parallelo intervento militare in Iraq, che non offre più gli spunti clamorosi degli imponenti bombardamenti-show, rimane un flusso costante di turisti che passano silenziosamente, ma copiosamente, sullo stage dell’attacco terroristico più grave dell’era moderna. Leggi il seguito di questo post »